venerdì 5 giugno 2009

Futuri Avvocati, prestate orecchio! Riforma della professione.

E' un fresco pomeriggio di giugno: alle mie spalle, la finestra spalancata lascia entrare una brezza gentile, accompagnata da un innaturale e pacifico silenzio. Sembra essere uno di quei rari momenti di tranquillità estiva, fatti apposta per abbandonarsi a un pigro vuoto mentale, esami o non esami.

Il fresco non lo sento: sto sudando freddo. Quanto al silenzio, mi trovo costretto a romperlo con qualche imprecazione che non farà felice il buon Dio. Ciò che leggo nel caos informatico in merito alla riforma della professione forense non mi piace. L'argomento è complesso, le informazioni in merito confuse e complicate. Ma mi tocca da vicino, e tocca probabilmente tanti di voi che (spero) state leggendo. E' il caso di dare un ordine al caos nel quale sto sbirciando.

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Primavera 2008: il ministro Angelino Alfano decide che la professione forense è da riformare: commissiona così una bozza di riforma al Consiglio Nazionale Forense. Nel Luglio 2008 il Consiglio presenta la prima bozza di riforma. Tale bozza subirà poi una serie di modifiche e vicissitudini: verrà largamente modificata a Ottobre, poi sottoposta all'esame di una nuova commissione a Dicembre e infine ripresentata (con scarse modifiche sostanziali) a fine Febbraio 2009.
La versione di Ottobre è quella di riferimento: tant'è che a Novembre 2008 il ministro Alfano afferma di volerla inserire nella futura riforma dell'ordinamento giudiziario, ed approvarla entro dicembre (cosa che non avverrà: vedremo fra poco cosa invece accadrà in parlamento).
Cosa prevede la bozza? Per quel che ci riguarda, una disciplina maggiormente restrittiva di accesso alla professione. Le novità in merito sono essenzialmente le seguenti:
Scuole Forensi e Tirocinio: accanto al tirocinio biennale è istituito l'obbligo di frequentare una Scuola Forense per due anni, con un minimo di 250 ore di frequenza e un proficuo rendimento (verificato tramite prove intermedie e finale). Trattasi di scuole a pagamento. Inoltre, per poter accedere al tirocinio è necessario superare un test d'ingresso.
[All'oggi non esiste l'obbligo di frequentare simili scuole, nè esistono limiti di accesso al praticantato].
Esame di Stato: l'accesso all'esame di stato è subordinato - oltre al normale tirocinio - al superamento di una "prova di preselezione informatica". Inoltre l'accesso non è consentito agli over 50. All'esame di stato non è possibile usare codici commentati, ma solo testi normativi. Le materie su cui verte l'orale sono le più complesse: ordinamento e deontologia forensi, diritto e procedura civile, diritto e procedura penale (più altre due a scelta). Dopo tre bocciature all'esame di stato è necessario ripetere il tirocinio
[All'oggi non esiste alcuna prova preselettiva, nè esistono limiti di età. E' inoltre possibile usare codici commentati e le materie dell'orale sono solo cinque, peraltro a scelta; non esiste inoltre il limite delle 3 bocciature].

Queste, dunque, le novità proposte dal Consiglio. E' evidente che con simili misure l'accesso alla professione verrebbe drasticamente ristretto: secondo quanto rilevato dal Consiglio e dal Ministro stesso, la ratio sta nell'eccessivo numero di avvocati che hanno ormai intasato il mercato.
Vero o falso che sia (ed è ahimè tendenzialmente vero), ridurre ulteriormente le possibilità lavorative successive ad una delle lauree più "gettonate" oggigiorno non sembra essere estremamente positivo. Tale riforma trova larga approvazione all'interno dell'ambito forense (fra i già avvocati), ma un netto rifiuto fra i (pochi) studenti che la conoscono.

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Come già anticipato, nonostante le promesse di Angelino, la riforma non è stata trasfusa in parlamento nella sua totalità (tant'è che ha subito modifiche fino al febbraio del 2009, ben oltre il termine previsto dal Ministro per l'approvazione).
Ciò nonostante, fin dall'inizio dell'ultima legislatura si sono susseguiti una serie di progetti di legge parlamentari volti a riformare l'ordinamento forense. Effettivamente, l'attuale regolamentazione della professione risale ad una legge del 1933 che - seppur modificata negli anni - risente della lontananza cronologica.
Progetti di legge parlamentari, dunque. E qui inizia il caos. Perchè di progetti di legge parlamentari per la riforma della professione ce ne sono attualmente più di dieci, undici per la precisione! Alcuni di essi sono direttamente collegabili alla bozza del C.N.F. , altri meno, altri ancora sono discorso a sè. Ma vediamoli con ordine, e soprattutto pazienza. Ci tengo a ricordare che gli aspetti da me evidenziati sono solo ciò che dei dl riguarda l'accesso alla professione forense.

1) Pdl n. 72 del 28 aprile 2008 [ /// ]
Lo segno per scrupolo: sul sito del Senato risulta essere ancora in attesa di assegnazione. Non è inoltre disponibile il testo. Presumo sia ormai cosa morta.

2) Pdl n. 1004 del 14 maggio 2008 [ Alternativo C.N.F. ]
Proposto dall'onorevole Pecorella del PDL, è ormai da mesi arenato in Commissione e pare non volersi muovere da lì. E' un testo molto ampio, ma per quanto riguarda l'accesso alla professione vi segnalo:
- Aumento del periodo di tirocinio a 30 mesi, riducibili ai normali 24 se si frequenta una scuola professionale.
- Necessità di ripetere il tirocinio se bocciati all'esame di stato per tre volte. [Misura ripresa dalla bozza del C.N.F.]
- Necessità di sostenere una prova di preselezione per l'accesso all'esame di stato, evitabile laddove si abbia superato la prova finale dei corsi integrativi di formazione (scuole professionali).
- Bonus di punti da sommare al risultato dell'esame di stato per chi abbia superato la prova finale dei corsi integrativi di formazione (scuole professionali).
- Restrizione della rosa di materie fra cui scegliere le cinque su cui sostenere l'orale.
Dal testo emerge dunque la volontà di premiare chi sostenga i citati corsi di formazione, anche se si è ben lontani dal renderli obbligatori (nonchè onerosi). Non si parla di penalizzare chi non li sostiene, ma favorire chi lo faccia.

3) Pdl 1447 del 7 luglio 2008 [ Alternativo C.N.F. ]
Presentato dall'onorevole Cavallaro del PD, seconda balena spiaggiatasi sui soleggiati lidi della Commissione Giustizia. Riprende le misure già segnalate del dl 1004, evidentemente nella speranza (malriposta) di riportare in pista le idee dell'onorevole Pecorella.

4) Pdl 1494 del 16 luglio 2008: [ Alternativo C.N.F. ]
Presentato dall'onorevole Capano del PD, assieme ad altri. Indovinate un pò? Esatto, Commissione di Giustizia! Fermo dal giorno dell'assegnazione, cioè il 5 ottobre.
Le novità sono le stesse del 1004.

5) Pdl 1837 del 28 ottobre 2008 [ C.N.F. ]
Presentato dall'onorevole Mantini del PD, quale sia il suo stato attuale nemmeno spreco tempo a ripetervelo.
Sembra essere il primo progetto di legge che recepisce effettivamente il contenuto della bozza del C. N. F. , stabilendo quanto segue :
- Necessità di un test d'ingresso per poter effettuare il tirocinio (per poter cioè essere iscritti all'albo degli avvocati praticantanti).
- Obbligo di frequenza delle già citate e onerose scuole professionali.
- Necessità di ripetere il tirocinio se bocciati per tre volte all'esame di stato o all'esame di preselezione.
- Limite dei cinquant'anni per l'accesso all'esame di stato, nonchè necessità di aver superato un test di preselezione per poterlo sostenere.
- Materie dell'esame orale congelate nei già citati diritto e procedura civile, diritto e procedura penale, ordinamento e deontologia forense più altre due materie a scelta.
- Impossibilità di utilizzare codici commentati durante la prova scritta dell'esame di stato.
Distaccandosi dai progetti di legge precedenti, il 1837 tenta di introdurre la riforma proposta dal C.N.F. per via parlamentare. In comune con i suoi predecessori ha comunque gli esiti: nulli.

6) Pdl 711 del 29 Maggio 2008 [ Alternativo C.N.F. ]
Proposto dall'onorevole Casson del PD, viene assegnato alla Commissione Giustizia il 4 Febbraio per un esame in comitato ristretto.
Fino ad ora, nessun dl aveva mai cominciato (ai sensi di quanto scritto sui siti di Camera e Senato) l'esame, rimanendo congelato "in attesa".
Da qui in poi invece tutti i dl che si presenteranno risulteranno attualmente in esame in comitato ristretto: sono per la precisione quattro (compreso il 711), e a quanto risulta dai siti di Camera e Senato la trattazione in commissione li discute interrelazionandoli fra loro, forse cercando di fonderli in una disciplina unitaria. Assegnazione e trattazione in commissione di ciascun progetto
avvengono peraltro tutte nel medesimo giorno, cioè il 4 Febbraio.
Il 711 ripropone le misure proposte dal 1004 e seguenti. Non è il caso di ripeterle.

7) Pdl 601 del 21 Maggio 2008 [ Altre Misure ]
Terzo dl assegnato ed esaminato in commissione ristretta il 4 Febbraio 2008. Proponente: on. Giuliano del PDL. Mosca bianca dei progetto di legge, il 601 propone una riduzione della durata del praticantato (o tirocinio) da 24 mesi a 12 mesi, con la possibilità di effettuarne la metà nei sei mesi precedenti al conseguimento della laurea.

8) Pdl 1545 del 25 Luglio 2008 [ Altre Misure ]
Presentato dall'on. Barbieri del PDL, è il più particolare di tutti: in controtendenza assoluta, propone di subordinare l'iscrizione all'albo professionale al biennio di tirocinio seguito da un triennio di "patrocinio legale continuativo" (un concetto per la cui spiegazione vi rimando a fonti più autorevoli di me). Il tirocinio prevederebbe anche frequenza obbligatoria di scuole professionali, ma la disciplina in merito è vaga.

9) Pdl 1198 dell'11 Novembre 2008 [ C.N.F. ]
Quarto dl assegnato ed esaminato in commissione ristretta il 4 Febbraio 2008. Il proponente è l'on. Mugnai, PDL.
Al contrario del 711, il 1198 riprende le misure proposte dall'1837, cioè quelle "fotocopia" della bozza del C.N.F.

10) Pdl 1171 del 31 Ottobre 2008 [ Non Rilevante ]
Quarto ed ultimo componente dei "moschettieri del 4 Febbraio". Presentato dall'onorevole Bianchi del PD, a chiusura di una tetralogia chiastica squisita.
Non riguarda l'argomento della nostra discussione, in quanto mira a regolamentare il rapporto fra l'esercizio della professione forense e l'esercizio della attività parlamentare in capo al medesimo soggetto. E' comunque un argomento interessante che merita argomento a sè.

11) Pdl 2419 del 6 Maggio 2009 [ C.N.F. ]
Assegnato alla Commissione Giustizia il 21 Maggio ed attualmente in attesa di esame, il disengo di legge in questione (proposto dall'on. Cassinelli del PDL) riprende la solita trita disciplina proposta dalla solita trita bozza del C.N.F.

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Siete arrivati fin qui? Davvero? E' il caso allora di tirare un pò il fiato: respirate, respirate, respirate. Se siete pronti, tiriamo le somme.
Attualmente esistono in parlamento:
- Tre proposte di legge ricalcanti la bozza del C.N.F. , cioè volte ad una più restrittiva disciplina dell'accesso alla professione. Cardine del tutto è l'obbligo di frequenza di scuole di specializzazione.
- Quattro proposte di legge di cui la 1004 dell'on. Pecorella è progenitrice, volte ad una riforma che si ponga a metà fra la disciplina attuale e quella proposta dal C.N.F. : più blanda, ma certamente innovativa. La principale differenza sta nel non obbligo di frequenza di suddette scuole, parallelamente tuttavia ai vantaggi che dalla frequenza deriverebbero.
- Due proposte di legge che propongono una riforma del tutto diversa: l'una limitata alla durata del tirocinio, l'altra che abbraccia l'intero campo dei requisiti per l'iscrizione all'albo.
- Una proposta non rilevante per la nostra discussione.
- Una proposta probabilmente morta.

Ciò che certamente salta all'occhio è l'incredibile ridondanza del materiale in esame. Alla già nota lunghezza dei lavori parlamentari si aggiunge l'accavallarsi l'uno sull'altro di progetti di legge sostanzialmente identici. Ma un fatto resta: la disciplina forense ha bisogno di essere svecchiata. Per una volta non si tratta di mera velleità del ministro Alfano (nè del tentativo di salvare qualcuno): come già anticipato, il testo base che regola la professione risale a più di settant'anni fa. Le modifiche nel corso degli anni ci sono state, e molte, ma una più radicale riforma sarebbe certamente auspicabile.
Soprattutto in considerazione del fatto che oggi il numero di laureati in giurisprudenza che si avviano alla professione di avvocato è in costante aumento: si parla dell'ordine delle centinaia di migliaia di iscritti all'albo. Il mercato non solo è saturo, ma - spesso - lo è di persone scarsamente qualificate, che contribuiscono a svalutare ulteriormente la professione. Da studente in giurisprudenza mi costa fatica ammetterlo, ma è così.

Lucidamente sembra allora inevitabile che una riforma dell'accesso alla professione, prima o poi, si farà. La domanda diventa allora quale sarà il modello base per questa riforma; a parer mio lo scontro si giocherà fra la proposta basata sulla bozza del C.N.F. , reiterata tramite tre diversi progetti di legge, e la proposta radicata sul pdl 1004 dell'on. Pecorella.
C'è un ma.
Fra i vari pdl presentati si può operare un ulteriore distinzione, relativa allo stato dei lavori parlamentari. Attualmente la Commissione Giustizia sta esaminando un pdl per ciascuno dei due modelli sopracitati: l'esame è iniziato il 4 Febbraio. Poco più di due settimane fa, il 21 Maggio, la stessa Commissione si è vista assegnata un ulteriore pdl, il più recente, basato sulla riforma C.N.F. Che cosa può voler dire? Che dall'esame del 4 Febbraio sia emerso vincitore il modello C.N.F., ora riproposto in via definitiva tramite ulteriore pdl? Entrambi i progetti sono infatti stati presentati da membri del PDL. O vuol dire forse che l'esame del 4 Febbraio non è approdato da nessuna parte (vista la lungaggine dei tempi), e stanno ritentando per l'ennesima volta di cominciare l'iter legislativo con un nuovo pdl?
Di risposte non ne ho. Solo tanti dubbi. Una cosa è certa: noi futuri (si spera) laureati faremmo bene a tenere sotto controllo la questione.

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