giovedì 4 giugno 2009

Referendum elettorale del 21 Giugno: cos'è.

A poco più di due settimane dal tanto dibattuto referendum, spendo due parole per illustrare cosa esattamente sia e di che cosa esattamente tratti. Mi auguro possa interessare, perchè l'argomento non è dei più irrilevanti.
Il referendum si compone di tre domande, ciascuna delle quali chiede se si desidera abolire qualcosa. Per anticonformismo partirò dal fondo, cioè dal terzo quesito. E per spiegare che cosa propone di abolire, parto dalla:

Attuale legge elettorale. In Italia i parlamentari sono eletti con sistema elettorale proporzionale a lista bloccata: ogni partito o "lista" si presenta in ogni circoscrizione con la propria lista di candidati. Le circoscrizioni sono sostanzialmente le regioni: al Senato coincidono con esse, alla Camera esistono alcune regioni con più circoscrizioni (26 circoscrizioni per 20 regioni).
In ogni circoscrizione esiste un numero massimo di deputati o senatori eleggibili. Il votante sceglie la lista/partito per cui votare, ma NON il candidato (è questa infatti la particolarità della lista bloccata). Ciascuna lista ottiene un numero di parlamentari proporzionale al numero di voti ottenuti [esempio: nella circoscrizione Pincopalla si eleggono 10 deputati. Il PDL prende il 60% dei voti, dunque 6 deputati. Il PD prende il 20% dei voti, 2 deputati. La Lega (argh!) ne prende altri 2 con il restante 20%].
L'ordine della lista stabilisce chi andrà in Parlamento: se la lista PDL ottiene 6 deputati, andranno in Parlamento i primi sei.

In Italia, dove la concezione dello spazio e del tempo è più o meno la stessa che vige sull'isola di Lost, è ammessa la cosiddetta candidatura multipla. Un candidato di una lista può cioè presentarsi all'interno di più circoscrizioni, senza limiti. Immaginate ora che quel candidato, sulla base dei voti ottenuti, venga eletto in due circoscrizioni. Teoricamente dovrebbe clonarsi ed occupare - lui e il suo immorale sosia biologico - due seggi parlamentari. Praticamente non può farlo, dunque sceglie in quale circoscrizione essere eletto. Nell'altra circoscrizione, il suo posto lo prende il candidato subito sotto di lui in lista. E' il "sistema a scalino".
Ovviamente, il povero fesso che vota non potrà sapere mai chi sta mandando in parlamento. Se nella circoscrizione Trullallero il PDL candida, nell'ordine, Berlusconi-Provenzano-Dell'Utri-Bondi, e ottiene un numero di voti sufficente ad avere un solo parlamentare, teoricamente dovrebbe essere eletto Berlusconi. E io che voto PDL - sciagurato! - forse lo sto facendo solo per Berlusconi, perchè gli altri non mi sconfinferano più di tanto. Ma se Berlusconi vince anche nella circoscrizione Pincopalla e sceglie di farsi eleggere lì, nella Trullallero verrà eletto Provenzano.

Ora immaginate questo sistema moltiplicato a livelli di complessità inauditi, e accompagnatelo a un buon bicchiere di previsione dei risultati elettorali in ciascuna circoscrizione (se una regione è rossa o nera, bene o male si sa). Attraverso la candidatura multipla e il sistema a scalino, chi stila le liste dei partiti può sostanzialmente predeterminare la composizione del Parlamento. Basta mettere in cima alle liste sempre gli stessi soggetti, quelli che attirano i voti, anche se il seggio nei fatti verrà dato a qualche illustre sconosciuto o velina con eccezionali capacità orali. Oratorie, pardon.

Il
terzo quesito referendario del 21 Maggio propone di abolire la possibilità per un medesimo soggetto di candidarsi in più circoscrizioni. Fine delle candidature plurime, fine del sistema a scalino, fine della predeterminazione. A voi la scelta di cosa votare.

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Un quesito è stato risolto. Rimangono gli altri due. E' necessario ahimè tornare alla legge elettorale.
Ciò che prima ho omesso di dire è che le liste o partiti possono presentarsi da sole o in cosiddette "coalizioni". Le coalizioni sono gruppi di liste o partiti aventi la singolare caratteristica di possedere un solo unico e comune programma elettorale, nonchè un solo unico e comune leader. Per una lista, presentarsi in una coalizione vuol dire perdere la propria "identità", e con essa la possibilità di attirare voti. Se programma e leader sono uguali a quelli delle altre, che senso ha votare una lista piuttosto che un'altra?
La convenienza per una lista a presentarsi coalizzata sta nelle soglie di sbarramento. In ogni circoscrizione, infatti, per poter ottenere i seggi parlamentari, una lista non solo ha bisogno di voti ma anche di un numero minimo di voti. Se la lista ottiene dei voti teoricamente sufficenti a consentire l'accesso in Parlamento anche solo di un suo candidato, ma non ottiene quel minimo stabilito, non ha accesso al parlamento.
Tale minimo o - appunto - soglia di sbarramento è del 4% alla Camera e dell'8% al Senato per le liste non coalizzate. Per le liste coalizzate è la metà. 2% e 3%.
Una lista coalizzata, insomma, avrà il doppio di possibilità di entrare in Parlamento rispetto ad una lista non coalizzata.

Il sistema delle coalizioni si riflette anche all'interno del Parlamento. Alle ultime elezioni le due coalizioni contrapposte erano quella di Silvio Berlusconi (PDL = 37% dei voti + LN= 8% dei voti + MPA = 1% dei voti) e quella di Walter Veltroni (PD = 33 % dei voti + IDV = 4% dei voti), i due leader di riferimento. La coalizione di destra ha ottenuto la maggioranza dei voti, e con essa il premio di maggioranza del 55%. Altra particolarità del nostro sistema elettorale è che la compagine politica che ottenga la maggioranza dei voti alle elezioni ottiene il 55% del Parlamento, al fine di garantire una maggioranza parlamentare stabile.

Da questi risultati emerge un fatto: allo stato attuale delle cose, con il sistema delle coalizioni la sinistra è in grado di creare un "blocco" la cui percentuale totale sfida quella del singolo partito Berlusconiano. In virtù di ciò il governo del premier ha bisogno - per essere sicuro di non cadere - dell'appoggio della Lega, che coalizzandosi con il PDL crea un blocco contrapposto in grado di prevalere sul blocco della sinistra. Dunque il sistema delle coalizioni, viste le attuali percentuali, rende indispensabile per il governo l'appoggio della Lega: senza di essa, il blocco coalizzato della sinistra avrebbe la meglio. A voi valutare la positività (anche alla luce di recenti proposte dei verdi padani) di una simile posizione di forza leghista.

Primo e secondo quesito referendario del 21 giugno propongono in sostanza di abolire il sistema delle coalizioni. Nello specifico, essi propongono di eliminare l'attribuzione del premio di maggioranza alle coalizioni: solo le singole liste (con le soglie di sbarramento delle attuali liste non coalizzate) possono concorrervi. Questa modifica renderebbe il sistema delle coalizioni privo di qualunque senso, eliminandolo a tutti gli effetti.
Proiettiamoci in un futuro dove si giunga ad elezioni senza sistema delle coalizioni: non essendoci più tale possibilità, la sinistra non avrebbe modo di creare un "blocco" con cui contrastare il singolo PDL. I due partiti principali, PD e IDV, sarebbero singolarmente inermi contro la massiccia percentuale del PDL.
Di contro, la posizione di forza della Lega scomparirebbe: il governo non avrebbe più alcun bisogno del suo appoggio, con la possibilità di relegarla ad un ruolo di minoranza.

E' evidente dunque che primo e secondo quesito siano estremamente delicati: se il referendum sull'abolizione delle coalizioni passasse, consacrerebbe un probabile strapotere del PDL, contrastabile solo da un ipotetico futuro partito della sinistra in grado di catalizzare su di sè tutti i voti che attualmente sono distribuiti fra PD e IDV. Tuttavia il "si" a questi due quesiti vorrebbe dire la fine di una pericolosa posizione di forza leghista, i cui effetti a livello legislativo sono fino ad ora stati alquanto evidenti (ronde, respingimenti, e quant'altro).


La mia posizione in merito - temo - è piuttosto chiara. Ma mi auguro comunque di aver esposto i fatti nel modo più chiaro possibile, al di là del merito delle mie idee. Personalmente sono sicuro di votare "si" al terzo quesito, ma rimango ancora molto dubbioso sui primi due. E voi?

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